Camminare insieme, al tempo dell’incertezza
Nella celebre Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams si esigono «aree di dubbio e d’incertezza rigidamente definite». Sembra la battuta di un umorista inglese che abbia esagerato con la birra al pub dell’angolo, ma è fisica quantistica per principianti, come il gatto di Schrödinger che è nello stesso tempo vivo e morto, a seconda del luogo di osservazione. Se incertezza dev’essere, che sia allora inquadrata, incasellata, codificata. Perché essa genera disordine e ansia.
Editoriale
Attraversare l’incertezza
di Gabriele GabrielliIl tempo che viviamo ha diverse sfaccettature, dipende dalle prospettive e dalle sensibilità con le quali lo si guarda. Ce n’è una, forse, più prepotente delle altre: è quella che guarda al tempo come dimensione nella quale tutto ci sfugge di mano, non riuscendo a star dietro alla velocità dei cambiamenti che ci propone. Ogni cosa ci appare fragile e al tempo stesso sproporzionata rispetto alle nostre capacità. Tutta la società così diventa accelerata, popolata da donne e uomini che corrono, si incrociano senza toccarsi, procedono con lo sguardo rivolto a terra.
Non c’è tempo per alzarlo, si teme lo sguardo dell’altro e si tira dritto. Ciascuno per sé. Connessi ma isolati. È il tempo in cui le relazioni diventano altro: si digitalizzano, perdono sostanza preferendo una leggerezza senza responsabilità, sfumano ed evaporano come acqua al sole. La pandemia ci ha fatto toccare con mano il distanziamento sociale e le sue implicazioni. Un contesto nel quale la solitudine irrompe,...