Dossier

Farsi Dio

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“Farsi Dio” o “diventare Dio” sono la stessa cosa? Quando abbiamo immaginato questo Dossier, siamo stati a lungo a discutere sul titolo e sulla differenza, non semplicemente di termini ma di prospettiva, presente nelle due diverse formulazioni.

Territorio, territorialità e territorializzazione

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Sui concetti di territorio, territorialità, territorializzazione, in questi ultimi venti anni troviamo una crescente attenzione degli analisti e dei cultori di scienze sociali, ma anche degli studiosi attenti ai mutamenti della politica. Il primo termine indica uno spazio geografico definito da precisi confini, mentre gli altri due indicano piuttosto i processi e le dinamiche di carattere sociale e culturale che in quello spazio si verificano. Tra i tanti studiosi segnalo Aldo Bonomi, che al tema ha dedicato gran parte delle sue ricerche1 .

Azione cattolica e azione politica

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Nel discorso tenuto il 30 aprile 2017, in occasione della celebrazione di apertura del centocinquantesimo anniversario della fondazione dell’Azione cattolica, papa Francesco, dopo aver ricordato la «storia bella e importante» che l’ha contraddistinta, ha esortato l’associazione a non rinchiudersi nell’«autoconservazione», ma a «fare memoria» autentica attraverso la rinnovata responsabilità di «gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo».

La cura della vita democratica e la partecipazione

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L’Azione cattolica italiana ha un interesse strutturale a promuovere la «cura della vita democratica e la partecipazione». Ciò nasce dalla sua stessa missione. Nell’art. 11 dello Statuto leggiamo a questo proposito che l’Azione cattolica italiana «intende realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica».

Violenza, diritto e giustizia

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 nuovi volti della violenza. I contributi che seguono sembrano dominati da questo elemento: al di là di ogni sogno utopistico, al di là di più concrete aspettative, il tempo che viviamo mostra crudele il trionfo della violenza nelle vesti più inedite. L’esempio per eccellenza è quello del terrorismo a matrice religiosa che insanguina le nostre strade: paradosso – o provocazione – per la nostra età che si dice secolarizzata.

L’hate speech tra libertà di espressione e tutela della dignità

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S empre più va diffondendosi nel dibattito pubblico l’attenzione verso l’hate speech (o linguaggio d’odio, per impiegare l’espressione italiana) e si susseguono le iniziative per contrastare tale fenomeno, in considerazione del nesso tra espressioni d’odio, da una parte, e atti di intolleranza, discriminazione o violenza, anche terroristica, dall’altra. Prima di trattare del rapporto esistente tra discorso d’odio e violenza, è bene, però, premettere che non esiste né a livello nazionale, né internazionale, una definizione condivisa di hate speech.

Di fronte al male

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Quando, nel romanzo cui il suo nome dà il titolo, Thérèse Raquin – ormai disfatta dalla paralisi che le ha tolto tutto, compresa la voce e ogni umana espressione del volto – si rende conto che tutti i suoi desideri e sogni di una vita tranquilla, serena, innocente e buona, sono stati distrutti dal crudele assassinio che le ha portato via il figlio, lancia il suo muto grido contro il «Dio malvagio».

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