Editoriale

Quando le frontiere diventano porose

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Quando le frontiere diventano porose

Dalla metafisica all’ermeneutica1; Nel segno della cura del bene2; Elogio della porosità3: sono tre testi recentemente pubblicati.

Ad accomunarli è il loro nascere da storie di ricerca e di insegnamento (quelle di Piergiorgio Grassi, di Luigi Alici, di Giuseppe Lorizio); da un intenso lavoro di interrogazione e di approfondimento portato avanti nel tempo in una capacità di tessere coinvolgimenti ampi, di aprire percorsi, di mettere in circolo intuizioni e idee quanto mai feconde.

Una questione di vita o di morte

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Una questione di vita o di morte

S ebbene offuscato dalle tragiche notizie di guerre e stragi che giungono dall’est europeo e dal Medio Oriente, penso non sia sfuggito a nessuno il fatto che a Dubai City è in corso la XXVIII Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop28). È stata inaugurata il 30 novembre e terminerà il prossimo 12 dicembre. I 198 paesi che vi prendono parte dovranno negoziare le misure da prendere per contenere il riscaldamento globale combattendo l’effetto serra. Ovviamente, nessuno può ancora dire se questo grande impegno porterà a decisioni concrete e stringenti.

Una questione di sguardo

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Ci vuole un’arte particolare per raccontare la vita. E devo dire che l’ho trovata in due libri letti in questa calda estate, mentre lavoravamo al numero 3 di «Dialoghi». I testi sono: Come d’aria di Ada d’Adamo1 e Guarda le luci amore mio di Annie Ernaux2. Due testi molto diversi tra loro, ma accomunati da uno sguardo sulla concretezza della vita e delle situazioni che fa vedere quello che sfugge a osservatori distratti, a stereotipi di segno diverso, o a vuote prospettive ideologiche.

Ordine dal disordine. Una quasi parabola per i nostri tempi

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Non possiamo far finta di nulla. Tutti, chi più chi meno, abbiamo la spiacevole sensazione di vivere un periodo di grande instabilità che, mentre accentua nei singoli un senso di incertezza e di timore, scatena nella società uno stato palpabile di precarietà e di diffusa preoccupazione. La dolorosa ferita inferta dal Covid era ancora sanguinante quando sono sopraggiunti, violenti, gli sconquassi umanitari e socio-economici della guerra in Ucraina.

Tempo di emergenze e di speranze

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Che la crisi in cui si trova oggi il paese sia davvero grave e dagli sbocchi imprevedibili lo dimostra l’attenzione preoccupata con cui la stampa estera, europea e non, sta seguendo, le vicende italiane. Tutti gli osservatori sono stati colti di sorpresa dalle dimissioni irrevocabili del governo Draghi: la serata di mercoledì 17 luglio è apparsa interminabile, confusa e drammatica, destinata a restare nella memoria di molti.

Dentro il nesso religione e politica

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Dentro il nesso religione e politica

Che cosa c’è all’origine della strumentalizzazione politica della religione che il nostro tempo registra in tante parti del mondo? Sicuramente la volontà di un certo potere politico di trovare scorciatoie per garantirsi il consenso, senza passare attraverso l’argomentazione e la giustificazione delle scelte. Sicuramente la crisi delle forme della democrazia e l’incertezza del contesto culturale, sociale, economico.

La forza delle preposizioni

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La forza delle preposizioni

Non avevo mai pensato al valore delle preposizioni al di là della struttura formale di un testo. Eppure la lingua reca in sé un mondo: quello in cui ci muoviamo. Non ha un carattere puramente convenzionale, ma attiene ai significati con i quali percepiamo le cose e al modo di stare dentro la realtà.

Così le preposizioni sono quegli elementi che collegano, articolano una frase. Non sussistono in sé, non si reggono da sole, ma hanno valore unicamente in questa funzione, essenziale perché il pensiero si costruisca e la comunicazione diventi possibile.

L'assurda guerra

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Sempre di più nei nostri tempi si rafforza nell’animo umano la convinzione che le controversie che possono nascere tra i popoli non si devono dirimere con le armi, ma con negoziati e accordi. C’è da dire che questa convinzione nasce, per lo più, dalla terrificante forza distruttiva propria degli attuali strumenti bellici e dal timore di calamità e spaventosi disastri che armi di questo genere provocherebbero.

Attraversare l’incertezza

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Il tempo che viviamo ha diverse sfaccettature, dipende dalle prospettive e dalle sensibilità con le quali lo si guarda. Ce n’è una, forse, più prepotente delle altre: è quella che guarda al tempo come dimensione nella quale tutto ci sfugge di mano, non riuscendo a star dietro alla velocità dei cambiamenti che ci propone. Ogni cosa ci appare fragile e al tempo stesso sproporzionata rispetto alle nostre capacità. Tutta la società così diventa accelerata, popolata da donne e uomini che corrono, si incrociano senza toccarsi, procedono con lo sguardo rivolto a terra.

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